
PERUGIA – Un presunto traffico di droga – per lo spaccio di hashish, cocaina ed eroina – è stato scoperto a Perugia a dalla guardia di finanza che, su delega della procura dello stesso capoluogo umbro, dalle prime luci di oggi ha dato esecuzione a misure cautelari emesse dal Gip nei confronti di 13 persone. Otto sono destinatarie di custodia cautelare in carcere, due della misura degli arresti domiciliari e tre dell’obbligo di dimora.
Si tratta di un gruppo composto da cittadini di origine nordafricana (marocchini e tunisini), albanese, nigeriana e da un italiano. E’ stato poi emesso un decreto di sequestro preventivo di autoveicoli e disponibilità finanziarie.
La base logistica ed operativa del gruppo è stata individuata in un circolo privato, costituito in associazione culturale, nel quartiere di Ponte San Giovanni, utilizzato quale “copertura” per i traffici illeciti.
Le indagini, avviate lo scorso anno e portate a termine dalla sezione Goa del Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria di Perugia, sotto la direzione della locale direzione distrettuale antimafia ed antiterrorismo, sono state condotte mediante le più avanzate tecniche di intercettazione telefonica, ambientale, telematica e mediante l’impiego di sistemi di localizzazione satellitare e di videoripresa.
Personaggio centrale del presunto sodalizio criminale è risultato un cittadino di nazionalità marocchina, dimorante ad Umbertide, noto alle forze di polizia e attualmente affidato in prova ai servizi sociali, il quale attraverso un connazionale, residente a Torino, si approvvigionava di notevoli quantità di hashish che, tenute nascoste in zone di campagna ed impervie aree boschive, venivano, di volta in volta, immesse sulle principali piazze di spaccio di Perugia e della provincia, attraverso una ben consolidata rete di pusher.
Nel corso dell’attività investigativa, sono stati effettuati numerosi interventi operativi, con l’arresto, in flagranza per detenzione di stupefacenti, di 5 persone e il sequestro di ingenti quantitativi di droga e denaro contante. Inoltre, sono stati documentati almeno 70 episodi di cessione al dettaglio con la relativa segnalazione degli acquirenti all’autorità prefettizia.
Sulla scorta delle risultanze investigative, condividendo le ipotesi accusatorie formulate dal pubblico ministero, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto le misure cautelari avendo rilevato che “l’accertata esistenza di una ben articolata rete associativa criminale rende di palmare evidenza, sotto il profilo delle modalità e circostanze di fatto, la sussistenza del pericolo concreto che gli indagati, ove liberi, possano reiterare condotte criminose analoghe (…) La quotidianità delle interrelazioni tra gli indagati, la sistematicità e l’abitualità nel trattare gli affari illeciti aventi ad oggetto la movimentazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti costituiscono circostanze sintomatiche di una peculiare ed incessante proclività a delinquere e di una particolare dedizione allo spaccio intesa come attività dalla quale trarre la propria fonte di sostentamento, unica o prevalente, cosicché è difficilmente ipotizzabile che l’attività dell’associazione investigata sial allo stato cessata”.