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Terremoto, da Firenze task-force d’esperti per il recupero delle opere d’arte

Una task-force di giovani restauratori fiorentini diplomati dell’Opificio delle Pietre Dure, verrà in Umbria in aiuto della Soprintendenza per gli interventi di messa in sicurezza delle opere danneggiate dal terremoto di questa estate. E’ lo scopo del progetto “Firenze per la salvezza del patrimonio artistico dell’Umbria” ideato e sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, Opificio delle Pietre Dure, Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino in collaborazione col Nelson Mandela Forum, in accordo col Segretariato regionale del Mibact per l’Umbria e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria. Al fine di potenziarlo ed aumentare il numero dei tecnici, l’Orchestra e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino e i solisti Barbara Frittoli, Anna Maria Chiuri, Massimo Giordano e Carlo Colombara, diretti da Zubin Mehta terranno un concerto mercoledì 14 dicembre alle 20 al Nelson Mandela forum di Firenze. Saranno eseguite sinfonie, arie e cori del grande repertorio operistico italiano. Il ricavato sarà totalmente destinato al progetto in quanto tutte le maestranze offrono gratuitamente la propria prestazione.
L’iniziativa è stata presentata all’Opera di Firenze, dal Direttore generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze Gabriele Gori, dal Sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Francesco Bianchi; dalla restauratrice (con incarico di coordinamento tecnico e organizzativo OPD per sisma 2016) Oriana Sartiani e dalla storica dell’arte Sandra Rossi per l’Opificio delle Pietre Dure, dal Presidente del Nelson Mandela Forum Massimo Gramigni, dal Direttore del Segretariato regionale dei beni e delle attività culturali e del turismo per l’Umbria Luisa Montevecchi.
La task-force, che dovrebbe essere operativa entro Natale, sarà composta da 10-12 diplomati presso l’Opificio che per un anno presteranno servizio sotto il coordinamento dell’Opificio che opera nel deposito di Spoleto allestito dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria. Occupa una superficie di 5.000 mq, è antisismico ed è dotato di impianto di climatizzazione e delle necessarie scaffalature e rastrelliere. Secondo le prime ipotesi, potrebbero essere censiti ed esaminati fino a 2.000 manufatti. Di ciascuno saranno identificati il tipo di oggetto e la provenienza, sarà redatta una scheda sanitaria con valutazione del danno e della necessità di restauro, sarà valutato il codice di priorità di intervento e saranno compiute le prime operazioni per bloccare l’avanzamento del degrado e per mettere in sicurezza l’opera.
Il progetto, per il quale la Fondazione ha stanziato 130.000 euro, prevede per i giovani restauratori un compenso mensile, un forfait per le spese di vitto e di trasferta e il sostegno per i costi dell’alloggio da attivare tramite convenzione con una struttura ricettiva locale. La selezione dei restauratori sarà effettuata tramite Bando (chiusura 5 dicembre) in modo che il gruppo possa essere operativo prima di Natale. I candidati dovranno essere in possesso del Diploma rilasciato dalla Scuola Alta Formazione e di Studio dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e essere residenti o domiciliati in Toscana, preferibilmente nelle aree di operatività della Fondazione.

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