
E’ polemica sulle casette post terremoto. In un servizio andato in onda ieri sera il programma Le Iene denuncia che “in Umbria c’è la disponibilità di circa 700 casette in legno pronte per essere utilizzate ma rimango inutilizzate, perché sembrerebbe che le istituzione se ne siano dimenticati”. Si tratta delle casette in legnov“inutilizzate” dopo il terremoto del 1997 in diversi comuni dell’Umbria.
La replica della Regione non si è fatta attendere: “I residui “moduli abitativi provvisori” in legno, le cosiddette “casette”, realizzate in alcuni comuni umbri circa 20 anni fa per accogliere i cittadini rimasti senza casa a seguito degli eventi sismici del 1997 e 1998, sono attualmente gestiti dalle amministrazioni comunali in cui insistono ed utilizzate da più soggetti sulla base di comodato d’uso o locate, con la precisa condizione che in caso di necessità le stesse devono essere immediatamente restituite. Scelta, questa, che ha consentito ai Comuni di preservare questo patrimonio e non farlo deperire”.
La Regione spiega che queste strutture, collocate in prevalenza nei territori di Foligno e Nocera Umbra, sono infisse al suolo e non smontabili, a differenza dei nuovi prototipi di moduli provvisori che saranno montati nelle zone della Valnerina. “Quand’anche si volesse procedere ad un loro smontaggio e rimontaggio – precisa Palazzo Donini – i costi sarebbero addirittura superiori a quelli per l’acquisto di nuovi moduli e sarebbe inoltre alquanto complessa la procedura per certificarne l’abitabilità”.
Secondo la Regione, non c’era alcuna necessità di far ricorso a “casette”, peraltro in località distanti dai propri luoghi di residenza. Attualmente, infatti, i residui campi dove sono presenti questi moduli distano circa 80 chilometri da Norcia o da altre località della Valnerina, con tempi di percorrenza di oltre 90 minuti.
“A seguito della successiva crisi sismica del 26 ottobre, e di quella ben più grave del 30 ottobre, in presenza di un elevato numero di cittadini fuori dalle proprie abitazioni, su giusta indicazione della Protezione civile nazionale, si è proceduto, nella stessa giornata del 30 ottobre – fa sapere ancora la Regione – ad assicurare a chiunque ne avesse fatto richiesta una collocazione in strutture alberghiere fuori dall’area dove era in atto la crisi sismica. Ciò per la duplice ragione di mettere in sicurezza i cittadini, offrire loro una adeguata e confortevole collocazione ed al tempo stesso garantire ai cittadini luoghi in grado di offrire loro anche maggiore serenità.
È ora in corso una ulteriore ricognizione da parte delle amministrazioni comunali di Foligno e Nocera Umbra per verificare il numero di moduli disponibili che potranno essere assegnati ai terremotati che ne faranno richiesta.
“Occorre precisare, però – continua la Regione – che obiettivo del sistema regionale della Protezione civile è quello di offrire ai cittadini una collocazione presso i luoghi di residenza, nell’immediato attraverso l’uso dei container e successivamente nelle nuove “casette”. In sostanza, poter riportare le persone nei loro luoghi, offrendo soluzioni abitative nuove e confortevoli, e non moduli costruiti venti anni fa e in località lontane. Questo, avendo ascoltato le loro richieste, riteniamo sia il desidero degli stessi cittadini: poter al più presto tornare nei propri territori e vicini anche ai propri luoghi di lavoro”.
Intanto sulle “nuove casette”, si registra oggi l’offerta dell’amministratore delegato di una ditta che costruì le abitazioni in legno a L’Aquila. Giorgio Pollastrelli, responsabile di una ditta che ha lavorato anche in Umbria nel ’97, in un’intervista su “Il Tempo” dice che “in tre settimane (Renzi ha parlato di 6-7 mesi per i nuovi moduli ndr.) si posso costruire anche cinquanta casette in legno”. Invita quindi le istituzioni a prendere in considerazione la sua proposta e quindi la possibilità di realizzare veri e propri villaggi in legno antisismici e definitivi.