TERNI – Il piano di riequilibrio finanziario approvato ieri sera dal consiglio comunale passa al vaglio della Corte dei Conti e del Ministero dell’Interno. Il 2 gennaio è previsto l’invio della documentazione alla magistratura contabile e alla commissione del Viminale che si occupa di questa materia. Quest’ultima tra il 2 marzo e il 1° aprile dovrà inviare una relazione alla Corte dei Conti sul piano di Palazzo Spada. Sarà il primo banco di prova per capire la tenuta della manovra di rientro. L’attenzione sarà puntata – per quello che si è potuto comprendere ieri dalla discussione in consiglio – sulla vendita delle farmacie comunali dalla quale il Comune conta di incassare 7 milioni di euro. Il consigliere Cecconi (FdI) ma anche la Cgil hanno tirato fuori lo statuto dell’Asfm che ne impedirebbe la vendita. Da quando la municipalizzata, aprile 2016, è stata trasformata in srl devono passare due anni prima di poter vendere le quote. Ostacolo che l’amministrazione comunale potrebbe superare modificando lo statuto. Cecconi ha già annunciato un esposto alla Corte dei Conti.
Per il capogruppo del Pd, Andrea Cavicchioli: “Il consiglio comunale ha approvato l’atto di indirizzo che ho predisposto ed illustrato a nome della maggioranza, che ha dettato le linee operative per la Giunta in ordine al piano di riequilibrio finanziario pluriennale e alle azioni da porre in essere”.
“Con l’atto in questione – continua Cavicchioli – si chiede alla Giunta di dar seguito alle indicazioni generali dei Revisori dei Conti e di attivare, nel rispetto dei ruoli, il confronto con il Ministero dell’Interno e con la Corte dei Conti, adottando tutti gli atti di accompagnamento necessari sia per quanto riguarda la posizione debitoria con i doverosi ulteriori approfondimenti, sia per la parte delle alienazioni con particolare riferimento alla cessione delle quote della Società delle Farmacie e alla valorizzazione degli immobili individuati nel piano, prevedendo destinazioni funzionali alla riqualificazione urbana e alla migliore utilizzazione degli stessi”.
“E’ stato specificato che l’obiettivo del risanamento finanziario dell’Ente, del miglioramento dell’efficienza della “macchina amministrativa”, della necessità di utilizzare le opportunità derivanti dai recenti provvedimenti adottati dal Governo e dalla Regione nei confronti della città di Terni, nonché dalla disponibilità di fondi comunitari, ha come presupposto il buon fine del percorso previsto dal piano di riequilibrio pluriennale e che è necessario attivare un confronto con le articolazioni socio-economiche della città per un modello di sviluppo condiviso e per la migliore utilizzazione delle risorse disponibili”.
“Con l’atto approvato – ha concluso Cavicchioli – è stato richiesto di escludere ogni ipotesi di inasprimento fiscale, di operare concretamente per il risanamento delle criticità con la tutela delle fasce di popolazione più debole e per incentivare tutte le iniziative volte alla crescita del territorio intercettando gli elementi positivi riscontrati”.
Sull’approvazione del piano di riequilibrio intervengono anche le segreterie comunale e provinciale del Pd che in una nota congiunta sostengono che: “A Terni, mentre la maggioranza affronta con responsabilità e coesione le difficoltà finanziarie dell’ente, elaborando un piano di riequilibrio capace di curare i conti senza aumentare le tasse, la minoranza non perde occasione per dimostrare di non avere prospettiva né risposte ai problemi della città”.
“Il progetto presentato dalla giunta Di Girolamo e sostenuto dalla maggioranza per il risanamento dei conti – proseguono i segretari dem Monti e Trappolino – è ambizioso e solido e rappresenta una sfida importante per la città; si propone di migliorare la tenuta finanziaria dell’ente, messa in difficoltà, in particolare, da un’eredità importante in termini di investimenti, da una congiuntura economica e occupazionale complicata, da una crisi sistemica degli enti locali aggravata da nuovi vincoli e nuove regole di rendicontazione, senza perdere l’appuntamento con opportunità vitali per la crescita di Terni, su tutte il riconoscimento dell’area di crisi complessa”.
“In tempi rapidi – concludono – si è stati in grado di fronteggiare le difficoltà con autorevolezza e con risposte all’altezza, che non si limitano a mettere argini ma si pongono l’obiettivo di restituire alla città un progetto complessivo, coerente con la visione di città del Pd e del centrosinistra. E mentre chi porta responsabilità di governo in città si adopera per definire nuove prospettive di sviluppo, per cogliere le opportunità messe a disposizione dalle risorse regionali, nazionali e comunitarie, chi fa opposizione si avvita su polemiche sterili, invocando scenari esiziali per il futuro di Terni e rinunciando a un contributo propositivo alla discussione”.
Ma il piano divide la maggioranza. Sinistra per Terni prende le distanze. “Peccato ci sia poco da festeggiare. Si è detto che con questo atto “è stata tolta la polvere da sotto il tappeto”, battuta che forse conveniva evitare, visto che bisognerebbe allora dire chi aveva nascosto quella polvere e, politicamente, deve assumersene la responsabilità – si legge in una nota – Si è smesso di fare, da parte soprattutto del Sindaco e dell’Anci locale e nazionale, un’azione di denuncia e di contrasto nei confronti del Governo Renzi che ha continuato a taglieggiare gli Enti Locali riducendoli alla fame. Bisognerebbe infatti spiegare come mai il disavanzo del 2015 è esattamente la metà dei debiti fuori bilancio complessivamente accertati. Solo una questione di contabilità?
È anche vero che, mentre si dice che è stata fatta un’operazione di pulizia e trasparenza, si mette a bilancio una posta di 4 miliardi per eventuali altri debiti fuori bilancio da certificare”.
Sinistra per Terni critica l’operazione su tre punti:
“1) Con il piano di alienazioni, di fatto si impoverisce la città – si legga ancora nella nota – con la vendita di quel poco patrimonio rimasto, con operazioni come la vendita delle farmacie comunali che presenta una certa opacità.
2) Con il piano pluriennale di razionalizzazione della spesa effettuato su tutti i capitoli, nella sostanza si tagliano in qualità e quantità servizi importanti nella vita cittadina: scuola, cultura, sport, assistenza sociale domiciliare. Questo, in una città in cui da tempo sono inagibili gran parte delle sale pubbliche, il teatro Verdi, e sono chiusi o fortemente degradati molti parchi pubblici.
3) E’ stata fatta un’operazione con ottica ragionieristica, senza un progetto futuro di città discusso e condiviso con la città, con le forze economiche, sociali e culturali che possono e devono contribuire a costruire il rilancio. Un’operazione contabile, rispetto alla quale gran parte di responsabilità è stata attribuita alla inadeguatezza della macchina comunale, tacendo su chi quella macchina in questi anni la organizzata e riorganizzata. Al tempo stesso facendo sorgere il dubbio se quella stessa struttura sia in grado di gestire il complesso iter che si avvia”. “In definitiva – conclude Sinistra per Terni – piuttosto che un nuovo inizio, a noi sembra l’autocertificazione del proprio fallimento e del venir meno del rapporto di fiducia con quanti, forze politiche e cittadini, hanno sostenuto questa maggioranza nel 2014”.
Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle spiega che “Abbiamo deciso di trasformare la delibera per l’approvazione del piano in un cavallo di Troia e sono bastati pochi emendamenti per mettere nero su bianco l’occultamento del dissesto, portare alla luce ben tre bilanci falsi. Una scena grottesca quella di una giunta pseudosinistra che ormai da settimane parla soltanto ai poteri forti della città”. Per De Luca “ormai, anche i poteri forti, persino gli amici più fidati incominciano a prendere coscienza della devastazione che questa amministrazione sta perpetrando alla città. Incominciano a capire che si sta raschiando il fondo del barile e che si è giunti al punto di non ritorno: ogni giorno che passa sotto il governo Di Girolamo costituisce un danno irreversibile per la nostra comunità”. Per il consigliere pentastellato: “Abbiamo bisogno tutti di voltare pagina. Ogni cittadino ternano a prescindere dalla propria appartenenza o credenza politica non si merita questa amministrazione, compresi coloro che hanno dato fiducia al Partito Democratico”.