
La data decisiva dovrebbe essere quella del 23 gennaio: in Regione è convocata la Conferenza dei Servizi che dovrebbe decidere se dare o meno l’Autorizzazione Integrata Ambientale all’inceneritore Terni Biomassa. Un appuntamento su cui il Comitato No inceneritori tiene ben alta l’attenzione e annuncia sin da ora battaglia e iniziative nei prossimi giorni contro la concessione dell’Aia. “L’inceneritore – ricorda il Comitato – è quello chiuso temporaneamente nel 2016 per il superamento dei limiti delle emissioni e altre violazioni al codice e oggi sotto processo per reati in materia ambientale. Reati, vale la pena ricordare, commessi dalla società con una evidente volontà. Tanto per capirci, è difficile sostenere che aver bruciato il doppio del combustibile (pulper) possa essere stato frutto del caso o di un errore di processo. Sarebbe davvero assurdo che questa impresa si vedesse autorizzato un impianto malgrado tutto questo”.
Il Comitato no inceneritori rivolge un primo “richiamo” alla Regione: “La Regione Umbria, la sua Presidente Marini, non facciano gli struzzi adducendo come sempre la scusa che se l’impianto risponde tecnicamente alla normativa non si può non autorizzare. La Regione deve assumersi la scelta politica di rigettare l’istanza”.
Il secondo è alla Asl2 a non disertare la conferenza dei servizi. “La Asl2 – scrive il comitato – ad oggi non ha mai prodotto alcuno studio almeno di un certo profilo scientifico, ufficiale, magari sullo stato di salute della Conca, sull’incidenza delle varie patologie e sul ruolo degli inquinanti emessi dai vari impianti industriali proprio sulla salute dei ternani. Ignorando sistematicamente le evidenze dello studio Sentieri e al massimo producendo qualche stima e nemmeno presentata ufficialmente come azienda. Su questo fronte saremo determinati, e lo mandiamo a dire al nuovo direttore generale: non accetteremo l’ennesima assenza della Asl alla Conferenza dei Servizi ,oppure che si presenti senza depositare un suo parere motivato. Sarebbe una gravissima omissione dei doveri istituzionali e siamo pronti a denunciarli. Non è più accettabile il silenzio dell’agenzia deputata alla prevenzione e per cui viene pagata. Dicesse anche che un secolo di acciaieria, decenni di chimica e venti anni di incenerimento non hanno alcuna responsabilità nello stato di salute della Conca, e che eventuali incidenze siano dovute a stili di vita, fumo, alimentazione e che quindi a Terni è autorizzabile tutto. Riprendesse pure le relazioni negazioniste dell’Osservatorio Ambiente e Salute della Provincia. Insomma, uscisse dal silenzio, venisse allo scoperto, soprattutto facesse il suo dovere”.
Il terzo è al sindaco Di Girolamo. “L’aver depositato un parere negativo non la esonera dal dovere di richiamare ufficialmente e pubblicamente la Asl ai propri doveri – dice ancora il Comitato – Lei sa benissimo che senza un parere della Asl, l’agenzia deputata alla verifica dell’impatto sulla salute degli inquinanti, il suo parere rischierebbe di essere nullo, e non vorremmo che tutto questo sia stato solo un gioco delle parti per scrollarsi di dosso parte delle responsabilità politiche e amministrative sulla presenza di due inceneritori, conscio che tanto in Regione, e quindi la Asl, la posizione sarebbe stata quella di autorizzare l’impianto. Anche questa è competenza del primo responsabile della salute pubblica di un Comune”.