
Giuseppe Sassaroli resta ai domiciliari, per lo meno secondo il gip Alberto Avenoso che avea emesso l’ordinanza di custodia cautelare. Ora l’ex direttore tecnico di Gesenu, coinvolto nell’inchiesta Spazzatura d’oro connection, aspetta la decisione del tribunale del riesame che al massimo entro domani dovrà confermare o meno la misura. Davanti al tribunale del riesame il suo legale, l’avvocato David Brunelli, ha sostenuto con forza l’inesistenza di esigenze cautelari insistendo sul fatto che non esiste più alcun rapporto lavorativo tra Sassaroli e Gesenu. Dal canto suo, il pubblico ministero, Manuela Comodi, ha insistito sul rischio di inquinamento delle prove e il pericolo della reiterazione del reato. Secondo il pm, infatti, una volta libero, Sassaroli potrebbe tentare di inquinare le prove e influenzare gli altri indagati. Sassaroli, che è indagato per associazione per delinquere e smaltimento illecito, oltre che per frode in capo a 24 comuni dell’Ati 2, ha respinto ogni addebito e spiegato che tra i suoi compiti rientrava solo la gestione organizzativa e teorica degli smaltimenti ma che, operativamente, era in capo a chi gestiva effettivamente gli impianti.