
TERNI – La lista civica Progetto Terni “scarica” il sindaco. L’occasione è data dalle ultime vicende politiche del Comune con il taglio degli assessori tecnici e l’avvio della procedura di riequilibrio finanziario. Il rimpasto operato dal sindaco Di Girolamo ha lasciato infatti molti mal di pancia in seno alle liste civiche “che – come ricorda il presidente di Progetto Terni Giovanni Ceccotti in una nota – nella coalizione di centrosinistra hanno raggiunto il formidabile risultato del 14%, senza il quale il Pd non avrebbe raggiunto il quorum, avendo preso solo il 30,5% dei voti. Proprio in virtù di tali risultati chiedemmo al sindaco eletto un profondo rinnovamento, una maggiore attenzione ai problemi della città e dei cittadini, al di fuori degli interessi di partito”.
Dopo aver sottolineato che gli assessori tecnici tagliati fuori dal sindaco, “nel bene o nel male , rappresentavano una società civile non legata al partito di maggioranza, anche se qualcuno di loro nel frattempo aveva ben pensato di tesserarsi con il Pd”, Progetto Terni osserva che oggi “si è in presenza di una giunta monocolore Pd responsabile di tutti i problemi della Città, di tutti i debiti accumulati e di tutte le inefficienze oggi visibili. Il danno che ha subito la città è quindi più che mai nelle mani di un unico partito, che addirittura vorrebbe ergersi a salvatore della patria, che però non è più legittimato dalla volontà popolare”.
“Non vogliamo essere complici di questo ulteriore tentativo di procrastinare situazioni ormai decotte – scrive Giovanni Ceccotti – chiediamo pertanto a tutti i consiglieri comunali (Bencivegna e Mascio ndr) di riflettere sulla delicata situazione cittadina e di rimettere ulteriori decisioni alla volontà popolare, tornando quanto prima al voto”.
Progetto Terni passa poi all’attacco: “Troppe le situazioni in cui l’attuale amministrazione si è dimostrata incompetente, il degrado della città è ormai palpabile, la disoccupazione è dilagante e le problematiche del lavoro sono irrisolte (oltre alla perdita o al ridimensionamento delle principali multinazionali, alla crisi e chiusura delle piccole attività commerciali ed artigianali si aggiungono i ben noti problemi legati alle società partecipate, il fallimento dell’ISRIM, la liquidazione dell’USI, le perdite della ATC servizi, le difficoltà di ASM, la ventilata svendita delle Farmacie), l’ambiente è fuori controllo (ancora è in corso l’inchiesta giudiziaria relativa al percolato, si vuole riaccendere l’inceneritore, troppe le situazione di inquinamento dell’acqua potabile, troppi i malati di tumore), la pulizia della città, il ritiro dei rifiuti, lo scempio dei parchi cittadini nel più totale abbandono, e l’indicibile situazione della fontana di Piazza Tacito. Per non parlare del teatro Verdi e della cultura, dove per accontentare qualcuno si è distrutto tutto”.
Progetto Terni ricorda di aver “chiesto una svolta, ci siamo ritrovati con una mini giunta, riduzione della precedente già inadeguata, e con maggiori problemi e meno professionalità. Come possiamo condividere tale paradossale decisione? Come si può pensare che togliendo alcune professionalità si possa migliorare? La decisione presa porta la città verso il baratro del commissariamento”.
“Non possiamo chiedere ai cittadini di accettare tale debacle e sopportare ulteriori nefandezze – si legge ancora nella nota – E’ giunto il momento per il nuovo movimento civico unitario, che coinvolge tutti i cittadini, moderati, liberali e democratici, di assumere un ruolo attivo facendosi portatore dei bisogni e dei problemi reali della città”.