
PERUGIA – Il Tar dell’Umbria dice no al reparto di soli infermieri all’ospedale di Perugia. Accogliendo il ricorso promosso dalle associazioni sindacali Cimo Umbria e Aaroi-Emac Umbria e dai rispettivi responsabili Marco Coccetta e Alvaro Chianella, assistiti dall’avvocato Romina Pitoni del foro di Terni, il tribunale amministrativo ha dichiarato “illegittima la deliberazione di giunta regionale che aveva riconosciuto detta modalità organizzativa”.
L’Unità di Degenza Infermieristica dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, pertanto, “deve essere chiusa”.
La decisione, secondo i due sindacati, “costituisce un precedente unico nel panorama nazionale, avendo ritenuto – contrariamente a quanto sostenuto dalla Regione Umbria – detto modello organizzativo non conforme e anzi in contrasto con la normativa nazionale e regionale a tutela del diritto alla salute dell’individuo/paziente che richiede l’intervento coordinato (e non temporalmente disgiunto) del medico e dell’infermiere”.
Il Tar Umbria scrive che “…il Piano Sanitario Regionale non prevede l’UDI dunque la sua istituzione con delibera del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera risulta illegittima”; l’U.D.I., prosegue il TAR, è foriera di “confusione di ruoli tra personale medico ed infermieristico”, spettando soltanto al medico la gestione del percorso terapeutico e clinico del paziente e all’infermiere quello assistenziale.
Diversamente “si verrebbe a creare una traslazione delle responsabilità, non consentita dall’ordinamento.”
I sindacati ricorrenti manifestano grande soddisfazione per il risultato ottenuto ritenendo la sentenza manifestazione di una decisione equilibrata a tutela non solo dei compiti e delle responsabilità del medico ma anche degli infermieri e soprattutto a garanzia della salute dei cittadini.
“Resta il grande rammarico – dicono Cimo e Aaroi-Emac – di non esser stati ascoltati dalla Regione Umbria, come troppo spesso accade e di esser stati costretti a ricorrere al Tribunale amministrativo al fine di garantire e tutelare i percorsi assistenziali, nell’interesse della salute del cittadino e per la tutela delle professionalità tutte, quelle dei medici e degli infermieri, che nel SSN credono ed operano”.