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Orvieto: negato il super green pass, detenuto aggredisce gli agenti

ORVIETO – Nonostante avesse ricevuto una sola dose di vaccino ha preteso dal medico del carcere di ottenere il Super green pass e di fronte al suo rifiuto ha dato in escandescenza, brandendo una lametta nascosta nel cappello e poi aggredendo i poliziotti della penitenziaria che tentavano di disarmarlo: protagonista del fatto, avvenuto questa mattina nei locali dell’infermeria della casa di reclusione di Orvieto, un detenuto marocchino.

A riferire la vicenda è il Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria.

Il detenuto – in carcere fino al 2024 in esecuzione di una pena per i reati di rapina aggravata ed altro – nel divincolarsi, ha dato prima una testata ad un sovrintendente di polizia, poi, portato nel reparto isolamento per essere condotto in cella, ha afferrato violentemente un altro sovrintendente trascinandolo con sé e iniziando a colpirlo con pugni alla nuca. Contuso un altro poliziotto che nel frattempo è riuscito a fare uscire il collega dalla cella. Sempre in base a quanto riferisce il Sappe, due dei poliziotti aggrediti, medicati al pronto soccorso, hanno riportato lesioni giudicate guaribili in 12 e 13 giorni. Lo stesso detenuto, qualche ora più tardi, ha anche incendiato il materasso della propria cella, rogo subito spento dal personale di polizia penitenziaria.

“Una storia di ordinaria follia, come purtroppo sempre più frequentemente accadono nelle carceri umbre e italiane”, commenta il segretario generale del Sappe, Donato Capece. “Servono interventi urgenti e strutturali – continua – che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla Polizia Penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria”.

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