
TERNI – L’inchiesta appalti (la cosiddetta operazione Spada) approda in consiglio comunale. Questo pomeriggio, infatti, il sindaco Di Girolamo riferirà sulla vicenda giudiziaria che ha portato giovedì al blitz di polizia e finanza negli uffici comunali. Dopo le prese di posizione a caldo, il primo cittadino aveva annunciato le comunicazioni all’assemblea per questo pomeriggio. “Fornirò – aveva detto – tutte le delucidazioni in mio possesso su una vicenda amministrativa e giudiziaria che è nella primissima fase e che è ancora molto lontana dal delinearsi. Riferirò alla massima assemblea civica, riferirò alla città, con approccio sereno e costruttivo”.
Nel frattempo si sono susseguite le prese di posizione politiche, dopo la richiesta di dimissioni del sindaco da parte del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord, la Sinistra italiana: “Ancora non sono chiari i confini né gli effettivi contenuti dell’inchiesta condotta in grande stile nella mattinata di ieri a Terni. Quello che invece è evidente è la gravità della situazione e l’allarme che tutto ciò suscitando nella cittadinanza. Confidiamo nella capacità della magistratura di svolgere al più presto tutti gli atti che permettano di fare piena luce nella vicenda che se sarà confermata, sarebbe una pagina bruttissima della vita politica cittadina che non può essere minimizzata. Le responsabilità individuali, se ci fossero, dovranno essere accertate, ma chiaramente vale la presunzione di innocenza rispetto alle persone coinvolte. Se dunque non è corretto emettere verdetti, la politica alcune risposte le deve dare subito. Noi crediamo che il sindaco abbia la responsabilità di mettere in chiaro la vicenda e di dire, senza minimizzare, anzitutto su cosa l’inchiesta verta, su quali atti si stia indagando, cosa contengano le carte dell’amministrazione. Anche a garanzia dell’onorabilità delle persone coinvolte. Ma non basta”. Sinistra italiana sottolinea che: “Ci sono partite molto importanti da gestire: pre-dissesto finanziario, l’area di crisi complessa, gestione di importanti fondi derivanti dalla programmazione europea, le scelte da noi contrastate della vendita delle farmacie comunali e dell’Asm”.
“Siamo anche preoccupati per i lavoratori coinvolti – prosegue ancora Sinistra Italiana – che rischiano di essere le prime vittime. Non si butti via il bambino con l’acqua sporca. La legge 381 ha infatti segnato un grande passo avanti nel garantire percorsi per l’inserimento lavorativo delle categorie svantaggiate. Siamo già in ritardo nella piena applicazione di quella legge e sarebbe sbagliatissima l’eventuale scelta politica che ci faccia tornare indietro”.
Sulla questione interviene anche Marco Cecconi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale: “I particolari delle ipotesi di reato contestate nell’operazione Spada – scrive il consigliere Marco Cecconi – confortano l’umile serietà alla quale abbiamo da sempre improntato il nostro lavoro in consiglio comunale, interpretando il ruolo di forza d’opposizione con il massimo scrupolo: nel monitoraggio costante dell’operato della giunta, nella censura dettagliata delle irregolarità, nella formulazione di proposte alternative. Abbiamo via via segnalato le anomalie rispetto all’assegnazione dell’appalto mense e quelle in vista del bando per la pubblica illuminazione. L’augurio è che il lavoro della magistratura valga a risparmiare alla nostra città di dover continuare a pagare il dazio della corruzione anche per gli anni a venire. Rassegnarci con fatalismo al futuro di sempre è l’esatto contrario di quello che per parte nostra abbiamo cercato di fare. Denunciando, proponendo, candidandoci a forza di governo”.
Quindi torna alla carica anche Andrea Liberati (M5S in consiglio regionale): “A oltre 72 ore dalla più imponente operazione giudiziaria degli ultimi decenni in Umbria, non si ode ancora una parola da parte del segretario regionale PD, Giacomo Leonelli – dice Liberati – La presunzione di innocenza non esula da un profondo discernimento, né è foglia di fico dell’indecisione: come sempre accaduto dinanzi a notizie di presunti gravi reati contro la Pubblica Amministrazione, unico suggello possibile di tale altissimo principio è invece nel muovere prudentemente un passo indietro. A pochi giorni dal voto referendario, il Pd dell’Umbria – incalza Liberati – non sembra tuttavia avvertire l’urgenza di congelare alcune posizioni -a meno che tali protagonisti non si siano già opportunamente autosospesi, ben sapendo che solo così sarebbero più liberi nel dimostrare in tempi rapidi la propria estraneità rispetto ai fatti ascritti. Un simile empito di ragionevolezza eviterebbe poi l’ulteriore discredito delle Istituzioni che, in tal modo, uscirebbero fortificate dal giogo che, viceversa, oggi, le opprime e delegittima”.