
L’incontro al Mise sulla vicenda Novelli lascia l’amaro in bocca. Al termine della riunione, infatti, il ministero dello sviluppo economico, le Regione Lazio, Lombardia e Regione Umbria, insieme ai Comune di Amelia, Spoleto e Terni esprimono “sconcerto e preoccupazione per gli esiti dell’incontro odierno svoltosi presso il Mise sulla vicenda Novelli”. E’ quanto si legge in una nota diffusa dallo stesso Ministero al termine dell’incontro che si è tenuto a Roma mentre circa 300 lavoratori in presidio manifestavano sotto la sede del Mise.
“Nel corso dell’incontro – si afferma nella nota – è stata presentata l’offerta vincolante da parte della società ‘Igreco’ sull’intero perimetro che garantisce la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali e che tiene conto di tutte le esigenze che in questi anni hanno manifestato le istituzioni centrali e locali e le rappresentanze dei lavoratori. Questa offerta, che l’attuale consiglio di amministrazione ha rappresentato come l’unica che presenta i requisiti necessari a garantire non solo la continuità aziendale ma anche la valorizzazione di tutti gli asset attraverso consistenti investimenti, è stata al momento accolta solo da uno dei tre soci di maggioranza del Gruppo, Torquato Novelli, mentre gli altri azionisti l’hanno rigettata senza alcuna motivazione né proponendo alternative. Le istituzioni – conclude la nota – esprimono pertanto profonda preoccupazione rispetto agli scenari che ne conseguono e alle gravi ripercussioni di ordine pubblico, sociale e sanitario che tale scelta può comportare. Invitano la proprietà ad assumersi tutte le responsabilità in ordine agli obiettivi di salvaguardia dell’azienda e dei posti di lavoro, che le Istituzioni stesse continueranno a perseguire con determinazione”.
Il tavolo al Mise, a cui hanno partecipato anche le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali è stato riaggiornato. In una nota congiunta Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil hanno definito grave “il no della famiglia Novelli alla vendita, che non ha fornito alcuna motivazione a tale scellerata scelta e non ha presentato alcuna soluzione alternativa, a partire dalla ricapitalizzazione necessaria per pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori e le forniture necessarie per garantire la produzione. Chi oggi ha dato un ennesimo schiaffo ai lavoratori ed al futuro stesso dell’azienda – continuano i sindacati nella nota – deve mettere mano al portafogli e cominciare a pagare di tasca propria”.
“Per questi motivi – dicono Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – la lotta e la mobilitazione dei lavoratori andrà avanti fino ad una positiva soluzione della vertenza che dovrà sbloccarsi nelle prossime ore, visto che il Cda ha più volte dichiarato di non aver la liquidità necessaria per portare avanti l’azienda e pagare gli stipendi. Già oggi pomeriggio sono previste iniziative di protesta e domani mattina si terranno assemblee in tutti i siti per valutare come articolare le iniziative sindacali, a partire dalla proclamazione di un pacchetto di ore di sciopero”.