
PERUGIA – “Nonostante quello che sta accadendo in Umbria in queste ore, dobbiamo registrare uno spiacevole episodio che si è consumato questa mattina a Pian di Massiano (foto di PerugiaToday ndr.), dove, un gruppo di immigrati, a quanto sembra, ha protestato per avere contanti in mano in cambio dei buoni pasto. Vogliamo ricordare a queste persone che loro sono soltanto ospiti in Italia e che, secondo le stime del Ministero dell’Interno, lo status di profugo viene riconosciuto solamente al 6 per cento di coloro che ne fanno richiesta”. lo dice il capogruppo della Lega Nord, Emanuele Fiorini.
“Ogni immigrato – spiega Fiorini – in attesa delle pratiche burocratiche di riconoscimento e i vari ricorsi (per i quali ci vogliono circa due anni di tempo) ci costa 1.150 euro al mese. Numeri che ci fanno arrabbiare e non poco, considerando che il Governo, per ogni terremotato, ha stanziato solo 200 euro al mese per ogni componente familiare, fino ad un massimo di tre componenti. Se gli immigrati di Perugia non sono soddisfatti del ‘servizio’
che gli viene offerto, possono tranquillamente ritornarsene da dove sono venuti. Non saremo certo noi a trattenerli. Invito il ministro Alfano e il presidente Renzi – conclude – a rivalutare certe politiche, che non fanno altro che alimentare il business dell’immigrazione”.
Non meno dura la reazione dell’altro consigliere della Lega, Valerio Mancini: “A distanza di quindici giorni
dall’episodio di Cenerente, decine di immigrati, in affido ad alcune Cooperative perugine, tornano a protestare per la mancanza della ‘paghetta quotidiana’”. Per l’esponente leghista il capoluogo umbro “è ormai ostaggio degli immigrati. Incomprensibile e intollerabile, che decine di stranieri lamentino la mancanza di sussidi. Non è bastato interrompere il traffico il 12 ottobre scorso con la protesta di Cenerente, ora si arriva perfino a gridare di fronte alla Questura senza alcun rispetto per il lavoro delle autorità. È ora che il Governo Renzi si assuma le proprie responsabilità”.
“Tante persone sono in cerca di un lavoro – rimarca l’esponente umbro del Carroccio – e affrontano la crisi economica con dignità e sacrificio, senza pretese, ma cercando una qualsiasi occupazione che possa farle vivere con tranquillità. Va bene tollerare ed essere comprensibili, ma qui si rasenta l’inverosimile. Ci sono botteghe che chiudono, il tasso di disoccupazione in costante incremento e soprattutto il silenzio dignitoso di chi in questi giorni sta di nuovo vivendo l’incubo del terremoto. Basta urla sterili e pretestuose, l’Umbria e la città di Perugia devono rialzare la testa e ripartire, le proteste e le urla lasciamole a chi è legittimato a farlo perché ha perso tutto. Per uscirne – conclude Mancini – occorre fare una sola cosa: mandarli a casa, a loro e chi incentiva questa politica dell’invasione”.