
TERNI – Conferenza stampa di fine anno questa mattina per il procuratore capo Alberto Liguori che ha colto l’occasione per tirare le somme dell’attività del 2017. Un anno segnato da grandi inchieste come quella che ha visto coinvolti il sindaco e alcuni assessori. Per la prima fase dell’operazione Spada la procura nelle scorse settimane ha chiesto il rinvio a giudizio di 20 indagati compreso il sindaco l’ex assessore ai lavori pubblici, Stefano Bucari.
Nel dettaglio, il contenzioso penale nella giurisdizione di Terni in generale ha fatto registrare un calo delle iscrizioni delle notizie di reato nel segno di una minore necessità di ricorso alla giustizia penale nel nostro territorio:
Registro Noti calo iscrizioni – 13%:
al 31.12.2017 iscritti 3620 affari, al 31.12.2016 erano 4172;
registro ignoti calo iscrizioni – 25%:
al 31.12.2017 iscritti 6256 affari al 31.12.2016 erano 8385;
Statistica qualitativa Il segno meno prevale per la maggior parte dei reati:
reati contro fasce deboli – 22%: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 251 affari al 31.12.2016 erano 325;
reati contro PA – 22%: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 43 affari al 31.12.2016 erano 55;
reati fallimentari = %: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 64 affari al 31.12.2016 erano 69;
reati contro il patrimonio Furto contro Ignoti in appartamento – 33 %: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 697 affari erano al 31.12.2016, 1054;
reati contro il patrimonio Furto contro Ignoti in genere – 31 %: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 2326 affari al 31.12.2016 erano 3375;
reati di usura contro Ignoti – 60 %: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 16 affari al 31.12.2016 erano 41;
reati di danneggiamento contro Ignoti – 41 %: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 1010 affari al 31.12.2016 erano 1810;
Nel segno della sostanziale invarianza
reati ambientali: = %: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 126 affari al 31.12.2016 erano 136;
reati di cui all’art. 589 c.p.: = %: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 18 affari al 31.12.2016 erano 17;
reati di cui all’art. 590 c.p ( Infortuni sul lavoro ): = %: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 56 affari al 31.12.2016 erano 53.
Nel segno della preoccupazione
reati di droga:+ 25%: al 31.12.2017 sono sopravvenuti 320 affari al 31.12.2016 erano 255.
Il quadro generale dell’azione penale
Anche quest’anno, come all’esordio del mandato ternano, l’azione investigativa si è concentrata sui delitti di maggiore allarme sociale, spaziando dai delitti contro il patrimonio di intere categorie produttive ( v. quanti operano nel settore dell’edilizia e dei lavori pubblici ) a quelli contro le c.d. fasce deboli ( v. minori, anziani, donne vittime di maltrattamenti e violenze sessuali ). Sul punto si segnalano numerose misure cautelari di natura personale ed interdittiva a carico dei responsabili.
Particolare è stato l’interesse investigativo per recuperare mancati introiti alle casse dello Stato con individuazione di falsi ciechi che hanno sottratto all’Inps oltre 130 mila euro e, soprattutto, si è inciso sugli evasori fiscali e truffatori dell’Unione Europea assicurando allo Stato il sequestro per equivalente di beni del valore di 12 milioni e mezzo di euro, tra fabbricati, ville, conto correnti bancari, veicoli commerciali ed industriali. Sul punto preme sottolineare che l’azione della Procura della Repubblica di Terni ha utilizzato lo strumento del sequestro preventivo garantendo comunque la continuità aziendale consentendo ai lavoratori di continuare a percepire i salari e, soprattutto, tramite supervisione della polizia giudiziaria operante, obbligando i datori di lavoro a versare con regolarità i contributi dovuti ai lavoratori all’Inps ed all’Inail.
Preoccupano i reati di natura fallimentare in leggera crescita a testimonianza che la crisi che interessa il settore imprenditoriale e commerciale, spesso registra la presenza di addetti ai lavori impegnati in operazioni di premeditata confusione contabile e di successiva distrazione dei beni dalla massa passiva in danno dei creditori e dei dipendenti dell’azienda ai quali non viene versato un euro alle casse di previdenza, con sottrazione di ingenti somme dovute al Fisco che invece vengono utilizzate per fare impresa.
Si registra altresì la medesima percentuale di reati di natura ambientale dell’anno precedente che, tuttavia, per qualità non si lasciano apprezzare se non per l’episodico sforamento di qualche limite di nauta contravvenzionale.
Preoccupano i dati relativi ai delitti in materia di sostanze stupefacenti che hanno fatto registrare un aumento del 25%, sintomatico dell’incremento dell’attività di spaccio nel nostro comprensorio. E, comunque, a fronte di detto aumento, grazie all’attività investigativa delle Forze dell’Ordine, si è proceduto al sequestro di ingenti quantità di sostanza stupefacente con un aumento notevole rispetto all’anno 2016, sintomatico della crescente professionalità della polizia giudiziaria unitamente alla costante attività di coordinamento dei magistrati requirenti di Terni. Si pensi che nel 2016 complessivamente si è proceduto al sequestro di oltre 17 Kg di stupefacente, mentre nel decorso anno la quota di sostanza sottoposta a sequestro è balzata ad oltre 44 Kg. ( totale tra cocaina ed eroina oltre 4,5 kg; totale hashish e marijuana quasi 40 Kg ).
Le inchieste di maggior rilievo
L’anno in corso si è aperto con gli arresti del gennaio 2017 di tre rumeni per svariati furti di Tir e mezzi meccanici (9) 2017 all’interno di cantieri, fenomeno questo che aveva messo in ginocchio numerose ditte edili con proteste degli organi di categoria.
Nel mese di maggio 2017 si è proceduto all’esecuzione di una misura cautelare in carcere in danno di un falso cieco, filmato durante una partita di calcio a fare il guardalinee, per truffa continuata in danno dell’Inps.
Nel mese di luglio sono tornati a fare notizia i fatti di sangue: l’assassinio di un muratore albanese a colpi di pistola risolto brillantemente in meno di 12 ore, seguito, nel successivo mese di settembre, dai quattro arresti per una rissa finita nel sangue e che ha visto fronteggiarsi due opposte fazioni di extracomunitari.
Nel decorso mese di ottobre è finito in manette il c.d. maniaco dell’autobus, responsabile di atti osceni continuati anche alla presenza di minori.
Nel mese di novembre si è proceduto all’arresto di un ladro seriale dei parcheggi, specie di palestre e strutture sportive.
Ed, infine, a fine novembre 2017, nella centralissima Porta Sant’Angelo veniva accoltellato un cittadino rumeno da un cittadino ternano per ragioni di parcheggio, poi raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Per concludere si è assistito all’arresto di tre operai, esterni all’Ast di Terni, per il furto oltre 30 Kg di rame.
Ma è nel settore dei reati contro la pubblica amministrazione che l’impegno della Procura di Terni ha segnato risultati altrettanto importanti con le due operazioni c.d. Spada: la prima del maggio, la seconda del corrente mese.
La prima, ha consentito di fare luce sul delicato settore degli appalti di servizi pubblici che hanno interessato 1) la manutenzione ordinaria del verde pubblico sia in città “ 2) sia all’interno dei cimiteri urbani, 3) la gestione dei servizi cimiteriali, nonché 4) la gestione dei servizi turistici presso l’area della Cascata delle Marmore, predisposti e gestiti dall’attuale Giunta Municipale di Terni.
A cavallo tra il 2011 ed il 2016 – si legge nella nota della Procura – sono stati aggiudicati irregolarmente una serie di appalti alle medesime cooperative sociali con l’escamotage dell’importo frazionato in maniera da evitare l’asta pubblica ed assegnare i lavori con la procedura negoziata ( consentita solo per lavori di modesto importo ) alle cooperative di tipo B preventivamente individuate nel bando con previsioni che solo le dette cooperative avevano. Il meccanismo fraudolento descritto ha trovato completamento nel senso che l’amministrazione comunale ha favorito sempre le medesime cooperative facendo ricorso, alternativamente ed ingiustificatamente, dapprima alla proroga degli appalti di servizio scaduti, cosi come poi alle procedura in economia e/o dell’affidamento diretto, anziché bandire una gara nuova, adducendo motivazioni apparenti e pretestuose, sempre attraverso il frazionamento dei lavori in piccole commesse tali da eludere la norma primaria, così continuando a garantire, a volte, anche per oltre 5 anni consecutivi la gestione del contratto al medesimo raggruppamento di cooperative sociali.
Solo per citare qualche dato, la Procura annota che: per il verde pubblico urbano l’appalto è stato gestito senza gara aperta dal 2008 al 2015 per un totale di costi per il Comune di Terni superiore ai 2 milioni e 700 mila euro, cui si devono sommare i lavori appaltati nel 2015 per una somma totale superiore ai 560 mila euro, poi frazionati in tre lotti; per l’appalto del servizio verde all’interno del cimitero comunale, il contratto, senza gara aperta, ha subito 63 proroghe dal 2011 al 2016 per un costo totale di oltre 286 mila euro; per i servizi cimiteriali all’interno dei 16 centri, le proroghe sono durate dal 2014 al 2016, il costo sopportato di oltre 687 mila euro; per l’appalto dei servizi turistici all’interno della Cascata delle Marmore, il contratto ha fatto registrare atti comunali di proroga illegittima dal 2010 al 30.6.2013, e, senza neppure un atto comunale di proroga, dal 30.6.2013 al 30.12.2013. I lavori poi appaltati con procedura negoziale riservata sono stati aggiudicati irregolarmente per un importo di oltre 1 milione e 700 mila euro.
L’inchiesta ha fatto registrare l’applicazione al sindaco e all’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Terni della misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre a due componenti di cooperative sociali di tipo B, il divieto temporaneo di esercizio dall’attività di impresa cooperativa.
La Procura precisa che nel prosieguo, il tribunale dei Riesame di Perugia, su parere favorevole del pubblico ministero presente all’udienza, ha revocato la misura domestica per il sindaco, mentre per l’Assessore l’ha confermata. Anche tale ultimo indagato la misura più avanti è stata revocata solo alla luce delle dimissioni dallo stesso rassegnate, mentre per i componenti delle cooperative è stato il giudice per le indagini preliminari, a seguito degli interrogatori di garanzia, a revocare le misure interdittive.
L’azione di ripristino della legalità scaturita dall’inchiesta – prosegue la Procura – in esame in materia di appalti ha previsto l’emissione di tutta una serie di bandi nuovi di gara, in conformità alla legislazione comunitaria e nazionale (senza bandi fotografia e frazionamenti/proroghe/affidi diretti vari) e, già in un caso, l’aggiudicazione dell’appalto a società diversa dalla precedente.
Infine, la seconda “operazione Spada”
In prosieguo sono state esaminati una serie di incarichi di collaborazione esterna conferirti da società pubbliche in favore di un commercialista riminese. Le società in questione sono “Farmacie Terni s.r.l.” e “Terni Reti s.r.l.
Negli anni a cavallo tra il 2012 ed il primo semestre del 2017 si è proceduto illegittimamente ad affidamenti di incarichi in via diretta, senza la predisposizione di una gara o di una procedura comparativa delle offerte i spregio all’unica legge che disciplina il settore e cioè il del D.Lgs. 165/2001.
Non è dunque, consentito all’amministrazione comunale conferire un incarico di collaborazione esterna, in via diretta e senza procedura comparativa, a persone individuate sulla base di mere conoscenze personali, a prescindere dalle asserite qualifiche professionali possedute. Precetto questo, tra l’altro recepito dal Comune di Terni che nel 2010 si è munito di apposito regolamento ove è prevista una rosa di aspiranti di almeno 5 professionisti da contattare e da mettere in competizione per l’incarico.
Dall’analisi delle e-mail e dei documenti sequestrati al Camporesi presso il suo studio di Rimini e della documentazione acquisita presso le sedi istituzionali ternane – scrive la Procura – è emersa, infatti, una fitta corrispondenza intercorsa tra il commercialista ed alcuni esponenti dell’amministrazione comunale, tesa all’ottenimento di diversi incarichi di collaborazione esterna da parte del Comune di Terni, della Azienda Speciale Farmacie Municipali (poi trasformata in “FarmaciaTerni s.r.l.”) e della società in house “Terni Reti s.r.l.”; tutto ciò, grazie a favoritismi personali e ad espedienti fraudolenti reiterati e adattati a seconda delle occasioni di guadagno.
Più in generale, l’attività investigativa ha disvelato una vera e propria “esternalizzazione” illecita di un settore importante dell’amministrazione comunale ternana, di fatto affidata al Camporesi in assenza di qualsivoglia procedura selettiva ad evidenza pubblica: dal 2012 sino ai giorni odierni, il predetto commercialista, anche avvalendosi dell’opera di professionisti e collaboratori presso il suo studio riminese, predisponeva il contenuto di atti istituzionali, di delibere comunali e di determine dirigenziali al posto dei pubblici dipendenti del Comune di Terni; quindi, le bozze da lui preparate venivano trasmesse ad alcuni esponenti comunali compiacenti, che le veicolavano presso le sedi istituzionali, facendone recepire il contenuto all’interno degli atti ufficiali. In cambio della sua opera professionale ed intellettuale, il Camporesi richiedeva ed otteneva incarichi di collaborazione esterna per corrispettivi in denaro da lui graditi e negoziati, nutrendo altresì aspettative in ordine all’aggiudicazione di ulteriori gare ed incarichi di suo interesse.
Su richiesta della Procura della Repubblica, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Terni nei giorni scorsi per tutti e tre gli indagati ha applicato la misura degli arresti domiciliari, poi confermata anche all’esito degli interrogatori di garanzia. Sul punto preme sottolineare che, su impulso esclusivo del pubblico ministero di Terni, il Gip, non ha attenuato la misura cautelare disposta, ma ha valorizzato quelli che sono i diritti umani degli indagati previsti nella Costituzione, garantendo attraverso una rimodulazione le prescrizioni a corredo della misura in corso, consentendo loro, in un caso, di poter uscire per lavorare e guadagnarsi da vivere, nell’altro, di poter uscire in determinate fasce orarie per attendere alle ordinarie occupazioni. Infine, per il terzo indagato, il commercialista di Rimini, il Gip di Terni, a seguito dell’interrogatorio di garanzia svolto in rogatoria, in data di ieri ha confermato gli arresto domiciliari rigettando la richiesta di revoca della misura.
Alcuna confusione – precisa la Procura – è ammessa in punto di normativa applicabile: il codice degli appalti del 2006, novellato nella primavera del corrente anno, appunto per gli appalti; la legge del 2001 per gli incarichi a professionisti esterni al Comune di Terni.
Alcuna lettera di incarico è stato rinvenuta tra gli atti comunali né migliore sorte si è avuta presso le società pubbliche inquisite.
L’affidamento di tali incarichi in modo diretto e senza alcuna procedura selettiva o comparativa preliminare, secondo la Procura è avvenuta proprio grazie alla stretta collusione tra Camporesi e vari esponenti dell’amministrazione comunale, ai quali il professionista – senza manifestare alcun timore ed anzi mostrando uno spiccato senso di impunità – ha suggerito – a detta della Procura – gli escamotage e i mezzi fraudolenti per evitare la gara e procedere all’assegnazione diretta in suo favore, tra i quali: l’illecito frazionamento dell’importo, la suddivisione della liquidazione in favore di soggetti diversi, la ripartizione degli oneri di spesa tra Comune e società controllate.
Intanto si viene a sapere che nell’operazione Spada 1 la Procura ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti della ventina di indagati tra cui il sindaco Leopoldo Di Girolamo, l’ex assessore comunale ai Lavori pubblici Stefano Bucari, membri della giunta dell’attuale e precedente consiliatura, dirigenti e tecnici comunali, rappresentanti di cooperative locali.