
I lavoratori del gruppo Novelli sono in mobilitazione dopo che la famiglia Novelli, azionista della società, non si è presentata all’appuntamento con il notaio per la cessione delle quote dell’azienda in amministrazione straordinaria da quattro anni. Nel primo pomeriggio di oggi si è svolto un presidio davanti allo stabilimento di Spoleto, mentre domani l’iniziativa replicherà a Terni, davanti agli gli uffici amministrativi. Parteciperanno in assemblea – riferiscono Flai, Fai e Uila – tutti i lavoratori dei siti umbri. Le sigle sindacali che questa mattina avevano preso una posizione ben precisa sollecitando la firma della cessione.
“Chiarezza sul futuro dei lavoratori del Gruppo Novelli – Nuova Panem” hanno chiesto Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil che, in una nota, hanno ricordato come “dopo quattro anni di concordato preventivo e gravosi sacrifici fatti dai lavoratori e dalle lavoratrici al fine di salvaguardare l’occupazione e il destino dell’azienda, lo scorso venerdì 18 novembre al Ministero dello sviluppo economico le organizzazioni sindacali di categoria e le rappresentanze di tutti i siti sono state informate di un’offerta depositata per l’acquisto dell’intero Gruppo”. “Questa offerta – secondo i sindacati – potrebbe ridare prospettiva e futuro a un’azienda che nella passata gestione (famiglia Novelli) aveva accumulato circa 120 milioni di euro di debiti e nel 2012 era prossima al fallimento”. “L’offerta – hanno aggiunto Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil – è stata definita dai funzionari ministeriali, dopo appurate verifiche, solida sia dal punto di vista industriale che finanziario, pertanto dopo anni di sacrifici sembrava intravedersi uno spiraglio per la risoluzione della vertenza. Sembrava mancasse solo la definizione di qualche dettaglio procedurale per apporre le firme per la cessione delle quote in sede notarile e ripartire con un nuovo progetto industriale volto allo sviluppo produttivo e all’occupazione”.
“Nonostante ciò – hanno sottolineato i sindacati – in queste ore siamo stati informati dai funzionari del Mise che alcuni soci della famiglia Novelli hanno ritrattato la disponibilità a cedere le proprie quote e altri sono indisponibili a cedere una quota di minoranza, circa l’1,5 per cento, senza però esercitare il diritto di prelazione previsto dalle norme”.
I sindacati hanno ricordato infine come “il 18 novembre è stato chiesto con nota scritta al prefetto di Terni e alle istituzioni competenti di monitorare questa fase delicata per scongiurare il fallimento definitivo del Gruppo che potrebbe avvenire se non subentra un nuovo progetto industriale, nuova liquidità e investimenti”.
Nelle prossime ore i sindacati hanno annunciato iniziative sui territori nel quale il Gruppo Novelli opera (Umbria, Lombardia, Lazio). “La nostra speranza – hanno concluso i sindacati – è che quanto prima la vicenda si risolva. Lanciamo un ulteriore appello alle istituzioni al fine di richiamare chi ha detenuto in questi anni le quote a un atteggiamento di responsabilità e di pronta risoluzione della vicenda che tiene sulle spine centinaia di famiglie. I lavoratori e le lavoratrici sono esasperati e non ne possono più di vivere in questo contesto di precarietà e incertezza”.