
Ristrutturazione dei debiti contratti con fornitori e banche, investimenti nei principali business del gruppo (partendo dalle produzioni agricole, della panificazione e del pet food), taglio del costo del lavoro. Lungo queste re direttrici si muove il piano industriale presentato oggi al ministero dello Sviluppo economico dai vertici di Alimentitaliani, nuova proprietà del gruppo Novelli. L’azienda però non fornisce i numeri. In una nota congiunta di Fai, Flai e Uila, che hanno partecipato alla riunione, sottolineano che l’azienda però non ha specificato che “la mole di investimenti necessari non è attualmente quantificabile a causa della condizione di instabilità economico finanziaria in cui versa il gruppo”. Allo stato attuale, inoltre, i vertici di Alimentitaliani hanno dichiarato di non essere nelle condizioni di fornire un piano industriale per Nuova Panem (con sede a Muggiò, in provincia di Monza e Brianza) per ulteriori approfondimenti in corso.
L’azienda ha poi reso noto che la realizzazione del piano industriale prevede “un consistente taglio del costo del lavoro” e proposto quindi un percorso di confronto da tenere in sede ministeriale.
Annunciata anche la volontà di esternalizzare i servizi amministrativi e impiegatizi, soluzione definita “non accettabile” dalle organizzazioni sindacali. Queste ultime hanno poi richiesto di approfondire con maggiore precisione i numeri del piano e rivendicato il percorso fin qui fatto.
“Siamo convinti – dicono i sindacati che si riservano il giudizio sul piano industriale – che il rilancio dell’azienda non possa passare solo attraverso il costo del lavoro e i sacrifici dei lavoratori”.
“I lavoratori di Alimentitaliani non sono disposti a fare sconti a nessuno” conclude la nota dei sindacati, che nei prossimi giorni riuniranno il personale in assemblea. Nel frattempo è confermato lo stato di agitazione di tutti i siti.