
TERNI – Apprezzato intervento del giornalista viterbese Claudio Di Marco a Terni, al Convegno organizzato dall’Ussi su “Come è cambiato il calcio”. Platea di giornalisti molto numerosa e attenta, alla presenza del consigliere nazionale Ussi Giorgio Palenga. Questi alcuni dei tanti passaggi della relazione.
“Penso alla parola gavetta e – con essa – alla fortuna di averla fatta, da giovane. Comprendeva il giro di nera, la consegna all’autobus del fuori sacco, tutte cose che si chiedevano ai ragazzi che facevano, appunto, la gavetta nelle relazioni. Mi ricordo i fogli sottilissimi su cui si scrivevano gli articoli. Non tutto era sempre divertente, soprattutto per chi – come me – era appassionato di sport. Non piaceva, però andava fatto, perché quella era esattamente la gavetta riservata ai pochi giovani che avevano l’opportunità di accedere alle pochissime redazioni. I giovani venivano rispettati, perché erano giovani che rispettavano, perché ci mettevano umiltà, spirito di collaborazione, voglia di imparare dai più esperti.”
“Mi viene in mente Baschirotto, che sta vivendo la favola della serie A dopo essere partito da anonimo nella sua prima stagione a Viterbo. Era già toccato a Fabio Liverani e Davide Baiocco, a tanti altri, quando il calcio e la comunicazione erano totalmente diversi, quando si realizzavano le interviste in qualsiasi momento, appoggiati al muro dello spogliatoio, seduti sul gradoni, addirittura su una panca negli spogliatoi. Chi non ha vissuto dentro una redazione non può capire, molti giovani non possono capire. Anche chi non è entrato mai in una tipografia dove si stampa un giornale non può capire l’effetto inebriante dell’odore della carta.”
“Ricordo, ad esempio, uno degli allenatori che in serie C erano considerati davvero bravi, il compianto Guido Attardi. Alla sua seconda stagione alla Viterbese, mi disse: “senti, il sabato non perdere tempo a telefonarmi, metti il virgolettato che ritieni più opportuno, tanto lo sai fare meglio di me”. Purtroppo è tutta gente che non è più nata, quella razza capace di tirar fuori carota e bastone, di far ridere o far tremare i giocatori, a seconda delle situazioni. Noi che li abbiamo vissuti li rimpiangiamo e chissà che un giorno non si riscopri la bellezza di tornare ad imitatli.”