Attualità

Bando per l’asilo “Lo Scarabocchio”: il Comitato 8 marzo donne Amelia sugli scudi

AMELIA – Si torna a parlare delle sorti dell’asilo comunale Lo Scarabocchio, dopo la pubblicazione sul sito del Comune di Amelia dell’avviso per l’affidamento dei locali.
L’occasione per il Comitato 8 marzo Donne Amelia per tornare alla carica e denunciare che “il Comune assegnerà i locali, non un servizio”.

“Dobbiamo parlare esattamente di ex Asilo perché il nido comunale Lo Scarabocchio è stato chiuso a luglio scorso e non riaprirà per lo meno nei prossimi nove anni, perché il Comune di Amelia intende affidare quei locali all’ennesimo operatore privato”, puntualizza subito il comitato, che attacca:

“Nessuna garanzia per le rette che subiranno solo una legge, quella del libero mercato.
Nessuna garanzia per le lavoratrici, si perché di donne stiamo parlando: i servizi per la prima infanzia continueranno a reggersi sulla precarietà e flessibilità di chi con fatica, cura e formazione si dedica al percorso educativo dei nostri figli. Unici paletti messi dal bando comunale sono quelli di riservare almeno 3 posti a bambini con disabilità e almeno 10 a bambini di età inferiore ad un anno”.

Il Comitato 8 marzo Donne Amelia ricorda che in città ci sono circa 85 bambini e bambine con meno di un anno (dato Istat al 1° gennaio 2016): solo a 10 fortunati spetterà il diritto ad accedere al servizio di asilo nido, ovvero meno del 12%.

“Ad Amelia i posti garantiti dal Comune – prosegue il comitato – dovrebbero essere almeno 82, vista la presenza di 250 bambini e bambine tra 0 e 2 anni. Nessun investimento pubblico sulla prima infanzia, come richiesto in modo deciso e puntuale dal gruppo di genitori di ‘Chiediamo Asilo’ fin dalla chiusura del nido comunale Lo Scarabocchio, che risale a circa un anno fa”.

“Rimane solo il contentino dei voucher, preannunciati per circa 20 famiglie – prosegue il comitato – soldi pubblici che l’Amministrazione di fatto distribuirà agli operatori privati, senza neanche il vincolo che siano spesi sul territorio amerino. Risorse pubbliche erogate sotto forma di trasferimenti monetari di cui beneficeranno sicuramente poche famiglie in difficoltà economica. Nessuna politica che programmi interventi mirati a ridurre e redistribuire il carico di cura che grava sulle donne a prescindere dal loro reddito, nessun intervento efficace di lotta alla povertà che tenga conto della dimensione di genere del problema”.

“E non ci sarà più un luogo dove costruire un progetto educativo di una comunità – conclude il comitato – che si prende cura della formazione dei futuri cittadini e delle future cittadine”.

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