TERNI – Disco verde del Tar dell’Umbria alla vendita di Farmacia Terni. Il tribunale amministrativo regionale ha respinto, per carenza di legittimazione, il ricorso presentato dalla Filcams-Cgil contro la vendita di quote di maggioranza di FarmaciaTerni. Un ricorso che secondo l’assessore comunale al bilancio Fabrizio Dominici, rappresentava un ostacolo verso il percorso di alienazione delle quote pubbliche.
Una decisione che secondo il gruppo consiliare del Partito Democratico “rappresenta una conferma della posizione assunta nella precedente consiliatura sulla bontà del percorso intrapreso”.
“L’iter iniziato con la delibera di consiglio dello scorso 18 dicembre 2017 – si legge in una nota firmata da Francesco Filipponi – contiene garanzie per i dipendenti e delinea una prospettiva sia per la società, sia per il Comune di Terni, per un nuovo ruolo dell’azienda in una realtà competitiva come quella odierna. Ricordiamo che la delibera contenente l’iter sul nuovo corso della partecipata era un punto chiave nel percorso di riequilibrio dell’ente. Ribadiamo oggi in ogni caso la disponibilità al confronto durante le dichiarazione programmatiche del Sindaco, ma anche in tutte le altre sedi ed appuntamenti, durante i quali si tratterà il tema del futuro della partecipata. Concludiamo quindi sottolineando la volontà al dialogo con tutte le parti in causa”.
La decisione del Tar Umbria, secondo Alessandro Gentiletti (Senso Civico) “non dà, come affermano alcuni, nessun via libera alla vendita delle stesse. Da quanto è dato sapere, infatti, il Tribunale amministrativo si è limitato esclusivamente a dichiarare inammissibile il ricorso perché non ha ritenuto legittimato il ricorrente e perché non ha ritenuto attuale ma potenziale il pericolo per i lavoratori che conseguirebbe dalla vendita.
Il Tribunale amministrativo non si è, pertanto, espresso nel merito. Restano, dunque, in piedi tutte le criticità giuridiche dell’alienazione che ho avuto modo di evidenziare con l’interrogazione depositata in data 8 agosto 2018 e sulle quali l’amministrazione ha il dovere di esprimersi prima di procedere. Resta infatti ben possibile che l’alienazione, una volta che dovesse essere effettuata, possa non essere ritenuta legittima dalle giurisdizioni competenti e ciò con notevoli danni per le casse pubbliche.
Sul piano politico ribadisco che l’eventuale vendita delle quote delle farmacie comunali troverà la mia ferma opposizione, in quanto inutile e dannosa per la collettività”.